E se ...

Diario di bordo, data astrale 20110518.
Devo cercare di pensare positivo, senza se e senza ma, al limite distrarmi. E comunque i diversivi ci sono.
A partire dal momento in cui ho scoperto di turbare l'intimità della stanza dove ogni mattina un collega controlla i suoi pendant incrociati, ho iniziato a riflettere sul vero senso della permanenza in ufficio, o meglio sull'eredità che ognuno di noi lascerà dietro di se; già i commenti si sprecano per un paio di futuri, a breve, pensionandi: "Bene, così si libera un posto macchina!", "Peccato, ora chi risponderà allo spam!".
Già, quest'ultima è incredibile. C'è un tizio che si incazza perchè la mattina si ritrova l'email intasata di messaggi indesiderati, quindi decide di rispondere ad ognuno di essi con repliche di questo tenore: "Gentile mister Dick, io non ho assolutamente bisogno di Viagra.", "Distinta dottoressa Samantha, adesso deve dirmi chi le ha confidato che necessito dell'allungamento del pene.".
Scherzi a parte, un altro motivo di distrazione mi è arrivato del tutto inaspettato, queste dovrebbero essere cose della vita, del tipo: "nasci, cresci, ti riproduci e muori", ma a volte ti trovi impreparato. In questi frangenti, non avendo dove aggrapparti, fantastichi perfino sul ritorno degli antichi astronauti per darti delle risposte. In più ricompare un lato tenuto latente a fatica, quello che si può sintetizzare con la locuzione del cane dello spazio, bellissima e pericolosa nello stesso tempo. Ma d'altronde, il pericolo è il mio mestiere.