Che fatica non riuscire a capire esattamente le intenzioni di chi ti sta di fronte quando la conversazione non è più lineare per svariati motivi, soprattutto quando i messaggi che ti arrivano, che tu riesci a comprendere, sono spesso contraddittori.
E ti sforzi di interpretare, cercando di superare le tue aspettative od i tuoi punti di vista, sperando di non sbagliare, muovendoti come su un campo minato per non urtare le suscettibilità e le sensibilità altrui, magari già minate da precedenti esperienze.
In questi casi tenti di utilizzare i pochi strumenti ancora a tua disposizione per sgomberare il campo da ogni dubbio, così da riuscire a scoprire i reali propositi del tuo interlocutore.
E allora non vai direttamente al punto, divaghi, magari parli di films, poi di libri, infine di testi di canzoni. Il problema nasce dal fatto che tutti questi sistemi nascondono la stessa insidia: a volte le allusioni, i simboli, gli eufemismi hanno una doppia valenza, si adattano a qualsivoglia interpretazione, dipendesse magari solo per uno stato d'animo, una illusione, od una speranza. Da un pò mi capita spesso.
Dovrei imparare a chiedere direttamente, ma forse evito perchè temo le risposte.
Eppure sarebbe così semplice: "Si o no?".
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