
Primi anni 80: prima macchina (una cinquecento "L" bianca), prime comitive, primi innamoramenti. Lei apparve una sera, amica di amici. Era una di quelle di cui ti innamori subito, graziosissima di fisico e di modi, spiritosa, solare, inconsapevolmente ammiccante, sguardo assassino. Tu, imbranato quale sei, cerchi in tutti i modi di renderti interessante, piacente. Lei non ti si fila neppure di striscio, preferisce la compagnia di altri. Tu sei quasi disperato, il cuore ti batte a diecimila, te ne sei innamorato, non mangi, non dormi, ti struggi. Decidi di ignorarla, ma quando ti guarda e ti chiede favori impossibili non capisci più niente, vai nel pallone, li assolvi anche a costo della tua vita e dell'integrità della cinquecento. E di favori te ne chiede parecchi, come se fosse interessata a te. La mattina neppure fai colazione al bar per comprargli piccoli regali, per sorprenderla. Lei di conseguenza ricambia passandosi due o tre altri ragazzi della comitiva. Allora inizi a pensare le cose peggiori, che la tua vita è inutile, che non incontrerai mai più una come lei, stai male, malissimo.
Per fortuna il tempo scorre, la comitiva si scioglie, ognuno va per la sua strada. Prima la ferita è viva, fa male. Poi man mano gli anni passano, il dolore si attenua, i ricordi sbiadiscono, rimangono solo immagini, qualcuna bella, altre brutte, le scene si mescolano insieme e lei diventa un ricordo tra tanti, giusto un pò di nostalgia. Poi addirittura sparisce. Puff...
Terzo millennio, caos cittadino, traffico infernale, auto incolonnate, ognuno è spalla a spalla col guidatore accanto. Clacson insistente alla tua sinistra, ti giri per curiosità, vedi una donna che si distende sul sedile passeggero e si affaccia dal finestrino. Ti guarda, ti sorride, ti saluta agitandosi. Tu abbassi il vetro, smorzi infastidito il volume dell'autoradio col cd di Rod Stewart a palla, ti chiedi cosa voglia questa qui, anonima e scialba signora dal viso stanco e dai capelli tinti. Probabilmente si sarà persa e ti chiederà qualche informazione, oppure vuole girare a destra e ti supplica di farla passare perchè da sola non ci riesce.
Invece comincia a chiamarti per nome, a chiederti come stai, a dirti che non sei cambiato per niente, che ti ha riconosciuto subito, che le ha fatto piacere incontrarti, che non si è dimenticata di te, visibilmente contenta e smaniosa di parlarti. Tu rimani interdetto qualche momento, cerchi tra i tuoi ricordi qualcosa che possa aiutarti a capire chi è questa qui, ma per quanto ti sforzi non riesci proprio ad inquadrarla. Ad un certo punto le chiedi: "Scusa, ma chi sei?".
La carica di lei si spegne, si nota che ci è rimasta parecchio male, si riprende in un attimo con quel sorriso da ebete e quella voglia smaniosa di comunicare con te: "Ma sono io, non ti ricordi? La comitiva, le pizzate, il mare, la cinquecento."
Pensi: "Cazzo, sei tu, il mio primo cuore infranto!". Vorresti tanto dirle: "Ma che brutta caduta che hai fatto!". Vorresti anche raccontarle che è proprio irriconoscibile, un'altra persona, invecchiata parecchio, spenta, anonima, trasparente, niente a che vedere con la bella ragazza di prima, insignificante a tal punto che non ti interessa sapere niente di lei, che fine a fatto, come è arrivata fino a qui. Invece l'unica frase che ti riesce di dire è: "Ah, Ciaoooo!"
Lei continua, ti guarda, ti sorride, anche se con un sorriso triste, in venti secondi cerca di dirti tutto di se, le cose che ha fatto e quelle che voleva fare, ti ripete che sei rimasto come prima, che sei anche bello come prima, che vorrebbe prendersi un caffè con te, al limite ci si lascia i numeri di cellulare.
Tu manco la guardi negli occhi, le dici che si, si può fare del caffè, però un'altra volta. Il semaforo nel frattempo per fortuna è diventato verde, la macchina davanti a te scatta, tu intravedi la possibilità di fuggire, alzi mano e le dici ancora: "Ciao". Ti giri, guardi davanti, metti la prima e sgommi via, aumenti il volume del cd, i vetri della macchina vibrano parecchio per i bassi. Raggiungi la velocità del suono per essere sicuro di averla seminata, poi ti rilassi, ti accendi una sigaretta e la gusti per bene. Pensi allora a parecchio tempo prima, a quando eri così ingenuo e stupido, però senza tutte le tue sovrastrutture. Pensi a lei, alle scemenze che hai combinato e alla fine che ha fatto. Il pensiero della sottile vendetta ti sfiora il cervello ma lo ricacci giù con forza, quasi quasi lei adesso ti fa pena. Un sorrisino di soddisfazione si scorge sulle tue labbra. Bastardo!
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