mercoledì 30 settembre 2009

Rumori molesti


Tante cose mi infadistiscono, forse troppe. Mi da fastidio il traffico, i leccaculo, l'arroganza, i raccomandati e l'indifferenza. Mi infastidisce il cioccolato come mi da fastidio chi urla, mi infastidisce il vento ma non la pioggia, mi infastidisce il tanto fumo del poco arrosto, il perdere tempo scientificamente, mi infastidisce l'infermiera della pediatra, l'inquilino del piano terra col suo cane, il salumiere sotto casa, il quarantotto per cento dei colleghi. Forse farei prima a dire ciò che mi aggrada, chiaramente tralasciando l'elenco delle persone infastidite da me, per una mera questione di spazio. "Tanti nemici, tanto onore", diceva il secondo miglior statista d'Italia di sempre, che fa il paio con "Quando il gioco si fa duro i duri cominciano a giocare" del mitico John Belushi di Animal House, terzo nella classifica dei migliori statisti, però degli ultimi 150 anni.
Ritornando al fastidio, c'è una categoria di persone che proprio non riesco a mandare giù, il massimo dell'insopportabile, mi provoca l'orticaria: i tirchi. Sono quelli che ti squillano al cellulare per farsi richiamare, gli avari che fanno finta di pagare ma il gesto lo fanno un attimo dopo che tu sei già alla cassa, gli spilorchi che vanno fuori dimenticando sempre il portafogli a casa, i pidocchiosi che prendono da mangiare la roba che costa meno se pagano loro o la più costosa se paga un altro, i taccagni che si auto invitano portandosi il panino da casa, gli ziccosi che mangiano sempre e solo insalata e pane del giorno prima, i micragnosi che indossano una camicia a righe fino a quando lavandola non diventa di un solo colore.
Fosse per bisogno: passi! La cosa inaccettabile e insostenibile e inammissibile e insopportabile è che stanno bene economicamente, spesso anche benissimo, risparmiano su tutto solo per accumulare denaro. Quando ne incontro uno provo la stessa sensazione che sentivo quando passava stridendo il gessetto sulla lavagna di ardesia.
Non sono in grado e non voglio addentrarmi in discorsi filosofo-antropo-psicologici di cui non so manco che vuol dire la parola stessa, però questo materialismo spinto, questo risparmiare, conservare e accumulare soldi da utilizzare nei momenti di bisogno o per eventuali malattie, guerre, rivoluzioni, pestilenze ha un senso se sai prioritariamente quanto campi. Io non lo so. Non è che letteralmente mi goda la vita e il presente, ho le bollette da pagare come tutti, ma per cortesia, siamo seri!!!

2 commenti:

MT ha detto...

Mi sa i mercoledì non ti giovano, Gio'.
MT

giardigno65 ha detto...

Seri? E' la cosa più difficile che esista...

da 150 anni a questa parte.