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E' impensabile esista qualcuno che non abbia una sua scala di preferenze, una lista di cose che ama più di altre, un inventario di oggetti a cui è più affezionato, un elenco di persone alle quali tiene, una sequela di azioni che gli danno più fastidio. Scagli la prima pietra chi non ha mai messo nero su bianco una sua lista di qualsivoglia genere.
L'altra sera, mentre ridevo a crepapelle ascoltando l'ultima imperdibile barzelletta di Silvio sull'odore delle mele, mi sono ricordato che in questa fare storica delle liste (di proscrizione) facili e dei processi del (solo) lunedì, dedicare cinque minuti del mio prezioso tempo di "Aspettatore ufficiale" a scrivere una lista, smettendo di guardare per pochi minuti "Mucca e Pollo", non sarebbe stato uno spaventoso peccato mortale... O forse si?
Il terribile dubbio che arrovellava il mio cervello è stato sciolto con una geniale intuizione: mi sono ricordato che la religione alla quale sono coartatamente iscritto da la possibilità di redimersi semplicemente con la confessione, quindi tremante per il dubbio ho iniziato a scrivere l'elenco, al limite dovevo semplicemente riprendere le chiaccherate con un
religioso, interrotte dalla prima comunione.
Elenco di dieci cose delle quali non potrei più farne a meno, epurato dagli affetti e da tutto ciò che si pensa non si possa farne a meno ma non è vero per niente, nel senso che si può fare a meno di centinaia di cose superflue ed inutili ma ti dicono il contrario, ed insistono pure, probabilmente perchè vogliono vendertele:
il caffè appena alzato, gli occhiali da sole, le caramelle alla liquirizia, il Moleskine, il mare, la Nikon, Pulp Fiction e Blade Runner (non riesco a decidere), il mio zainetto, l'odore del napalm al mattino, sperimentare.
Si, di quest'ultima cosa proprio non potrei farne a meno.
Alla fine ci ho messo pochi secondi per scrivere la
lista. Mi rimane qualche minuto prima che inizi "Leone il cane fifone", lo impiegherò comprando una villa su internet.