Lost in translation, ovvero ricordo di un trasferimento.

Pensavo che una risorsa fosse universalmente una risorsa. Invece mi sono dovuto ricredere, una risorsa per qualcuno può essere un impedimento per qualcun altro, e viceversa.
A pensarci bene è tutta una questione di egoismo, di mettere al centro sempre il proprio interesse sorvolando sulle necessità altrui. Così, essendo io egoista prima ancora che umano, a volte mi lascio prendere dall'offuscamento dei miei bisogni, oppure semplicemente credo di fare la cosa giusta, invece no.
E allora non rimane che il trascorrere del tempo, come al solito: tutto scorre e tutto passa, la memoria degli eventi si affievolisce e la faccenda a poco a poco si ridimensiona fino a quando non rimane che una flebile traccia. Che cosa triste, peccato perchè ci avevo scommesso un bel pò.
Resta la speranza di fare in modo che il vissuto diventi un bel ricordo, anche se in questo momento prevale il lato perfido, la voglia di ribaltare il tavolo, di tramutare tutto in indifferenza se non addirittura in astio. Resisterò e mi consolerò curandomi il torcicollo e alleggerendo le spalle, anche se di poco.
Ho riesumato la mia collezione di mattoncini Lego, sento il bisogno di giocarci un pò, sento il bisogno di chiamare le cose con il loro nome, sento la necessità di allontanarmi, tutto questo è quello che farò.
Mi rimangono poche cose da fare, la sim card da restituire, cancellare numeri e password, pensare che io sono io e che forse mi sono sbagliato, o almeno lo spero perchè probabilmente non è così.
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