venerdì 16 marzo 2012

V for...

Al padre di Gilda, di professione buffone, è finita proprio male così come al figlio della regina Gertrude, nonostante quest'ultimo abbia raggiunto lo scopo. A colui che indossava la maschera di Guy Fawkes è andata analogamente al principe danese, mentre per Edmond scappato dall'If un pochino meglio, perchè alla fine è arrivata la redenzione. Per Luke, amico di Han Solo, è stata una tremenda e tragica scoperta poi mitigata dal chiarimento, mentre per Beatrix "the Bride" dopo mille peripezie si è trattato "semplicemente" di un totale successo.
Il desiderio di farsi giustizia, per risentimento o rancore o acredine o gelosia o invidia o follia, è conosciuto col nome (comune di cosa, concreto, femminile, singolare, primitivo) di "vendetta".
Tale comportamento è insito nella natura umana ed è stato raccontato una infinità di volte, nelle sue molteplici varianti, in tutte le forme possibili dell'arte, naturalmente con gli esiti più disparati che vanno dal fiasco completo al successo totale, proprio come nella vita reale.
Spesso, nella mia obsoleta Ram Simm a 30 pin, medito piccole vendette causate da torti o fastidi, lontani o vicini nel tempo e reali o presunti che siano non ha molta importanza, credo (spero) sia una cosa normale, basta non dare seguito alle rappresaglie estremamente fantasiose, elaborate e bizzarre che mi passano per la mente.
Stranamente, tempo fa ho notato che la voglia di pareggiare i conti mi si acuiva soprattutto quando guardavo i cartoni di certi personaggi, di conseguenza è bastato sabotare il decoder del multivision Sky, togliere di mezzo un paio di DVD, nascondere qualche videogioco e magicamente ho ristabilito in me medesimo una parvenza di civiltà, seguendo la regola, coniata ed adottata principalmente nella stanza dei cuccioli che, recito a memoria, dice: "cassando lo stimolo scema la fisima!".
Capita poi che il cuccioletto grande, intrippato dalla moda vintage, accantoni temporaneamente la Ps3 per fare il downgrade alla 2 e riesumare i vecchi videogiochi tra cui quello del personaggio incriminato.
Preso dal panico in un primo momento ho tentato, ho provato a spiegargli il concetto di "Vintage", gli ho parlato del culto di determinati oggetti, gli ho suggerito che è lecito iniziare a considerare "Vintage" dal Commodore 64 in su, ma è stato tutto fiato sprecato, a nulla è valso il mio tentativo. L'unica soddisfazione, e che soddisfazione, è stata sentire il suono del termine "Vintage" ripetuto e storpiato dalla piccola, che assisteva attonita alla scena. Me lo sono fatto bastare, anzi ne è pure avanzato!
Non resta che, in attesa il prossimo lunedì di conoscere la reazione dei mercati a questa notizia, distrarmi e accompagnare il cuccioletto a comprare un nuovo videogioco, spero possa bastare. Mannaggia, ero a buon punto!

2 commenti:

amanda ha detto...

ma uscire in bici assieme pareva brutto? parti dal vero vitage: i giochi di strada, prova

amanda ha detto...

vintage naturalmente