
Dopo le festività già trascorse dalle quali mi riprenderò solamente usufruendo di un consistente ed adeguato periodo di ferie, mi rimane il pokerazzo di stasera e domani la giornata della Befana che trascorrerò al ristorante. Poi, con enorme sollievo: è finita! Due giorni all'alba.
Dicono che la befana vien di notte, con le scarpe tutte rotte, con le toppe alla sottana: Viva, viva la befana!
Ma quando mai!
La befana viene anche di giorno, coi vestiti firmati, unghie finte, maquillage perfetto, capelli tinti, sguardo fatale, movenze da pantera, tacchi dodici e
aria insofferente. E fin qui niente di male, ognuno fa quello che vuole. Il problema è che ella non si sente una befana, crede di somigliare ad Afrodite, anzi la dea era pure un pò più bruttina. E ancora fin qui poco male, un pò di autostima è comprensibile. Anch'io, dall'alto dei miei 164 centimetri di altezza, poco meno di un metro e quaranta di circonferenza e oltre un quintale di peso non mi considero da buttare via. Se non fosse per il ricordo dei capelli, gli occhiali spessi due pollici, diciotto denti superstiti e sei dita per arto potrei considerarmi, se non bello, piacente. E poi, vuoi mettere l'intelligenza? Una volta mi hanno pure fatto entrare al Mensa, ho lasciato un pacco e sono andato via. E questo fa curriculum.
Dicevo del vero problema della befana: il rifiuto.
La befana, dall'alto del mondo delle favole dov'è collocata, ha una sua convinzione cioè si crede bellissima e aspirerebbe, anzi pretenderebbe, di avere al suo fianco un adone, di conseguenza è tutta una smorfia quando le si presenta l'occasione di frequentare befani di pari livello, con stipendio medio basso, militesenti ed automuniti. Se non appare il professionista affermato, auto di lusso ed appartamento a Montecarlo non se ne discute nemmeno. E aspetta, aspetta... Aspetta l'occasione che mai le si presenterà rischiando di fare la fine della storia di zio Santuzzo, se tutto va per il verso giusto, altrimenti aspetterà fino alla fine dei suoi giorni continuando ad indossare vestiti firmati, unghie finte, maquillage perfetto... Praticamente ridicola.
L'insegnamento qual'è? L'attesa è deleteria, bisogna sapere cogliere la palla al balzo ed accontentarsi, accontentarsi delle piccole fortune che ognuno ha, aspirando sempre a qualcosa di meglio ma nello stesso tempo godere di tutte le minuscole cose. E se poi zio Santuzzo puzza di mercato di Milazzo una spruzzata di deodorante e passa tutto, non è detto che alla fine non piaccia pure quell'odore.
Nessun commento:
Posta un commento