
Mi chiedo come mai questa logorrea scrittoria, questo abbondare, esagerare, eccedere, ridondare. Forse è perchè non mi va di impegnarmi in nessuna tra le altre tante cose da fare, conseguentemente ho più tempo da dedicare al blog, fino quasi a 20 minuti al giorno, un record.
"Melius abundare quam deficere", dicevano i latini, e speriamo che qualcuno sappia che significhi perchè io lo ignoro.
In effetti, per adesso riesco a dare seguito solo alle faccende che in qualche modo mi appagano o mi incuriosiscono o mi interessano o mi divertono, le altre, tutte quelle che considero noiose o faticose o ripetitive o dannose o dolorose, cerco di posticiparle, sapendo perfettamente che andranno affrontate, e le scadenze si avvicinano. Già, si avvicinano sempre di più e ne sono consapevole.
Vabbè, vorrà dire che le affronterò tutte in una volta, in maniera tale che, nel turbinio delle fretta e della confusione, la noia o la fatica o la ripetizione o il danno o il dolore verranno immagazzinati e metabolizzati tutti insieme, così dovrò spendere soldi solo per un singolo psicoanalista e risparmiare pure sulle sostanze psicotrope che mi darà da assumere.
Oppure, faccio come mi raccontava una persona che ho conosciuto da poco, prendo 15 giorni di ferie e vado in uno di quei centri benessere a fare yoga agopuntura sauna maschere di bellezza e passeggiate, dimenticando per un attimo che dovrei accendere un mutuo per pagare il conto finale. E' vero: "I soldi non fanno la felicità, ma manco la tolgono!".
E se vado in Scozia ad intraprendere un'attività commerciale di vendita di pane e panelle?
Secondo me sarebbe un successone, e mi divertirei pure, ho già appurato di persona che in quelle highlands semi disabitate hanno l'educazione, soprattutto stradale, che più mi si confà, già questo mi basterebbe. Senza contare il divertimento di guidare cambiando marcia con la sinistra.
Una cosa in effetti l'ho fatta: in questo momento sono riuscito ad aggiustare un tastino del cellulare riuscendo ad accenderlo.
A proposito, i latini dicevano pure "Homo homini lupus" e, anche se questo idioma continua ad essermi oscuro, mi sa che avevano ragione.
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