giovedì 2 aprile 2009

Roy Batty dixit


"Ho visto cose che voi umani non potreste immaginare..."
Ho visto una tardona bionda mesciata stamattina, vestita a fiori e ricoperta di bijotteria tipo collana di finte perle di tre centimetri di diametro con annesse orecchine, alla guida della sua Y color fetecchia mezza scassata e con gli occhiali grandi e scuri indossati sulla punta del naso e talmente bassa che guidava guardando attraverso le razze del volante. Si ostinava a superare la lunga fila di auto incolonnate al semaforo, incurante dei veicoli e soprattutto delle moto che le venivano incontro, incurante degli improperi che le venivano rivolti, incurante dei pedoni che rischiava di investire perchè attraversavano guardando come si fa di solito, cioè solo a sinistra.
Incurante incurante passa pure col rosso. Allora mi metto curiosità, e penso: "devo raggiungerla, devo guardarla bene, devo vedere che faccia di caz... ha una tipa che si comporta così."
Sfriziono, smanetto e scalo di marcia, sgommo poco poco con la ruota dietro della moto, derapando quel tanto che basta a soddisfare la mia voglia di piccolo Easy raider, ci metto un attimo e la raggiungo.
Attraverso il finestrino la guardo: ho soddisfatto la mia curiosità.
Eccola: faccia piena di rughe, nasone esagerato, una pazza, una pazza isterica. Manco mi ero accorto che strombazza continuamente col clacson, dal quale esce un suono rauco e a basso volume, impercettibile se non a pochi metri. Parla da sola, grida, inveisce, si muove scomposta. La scruto in faccia e quasi mi metto a ridere per quell'espressione indemoniata.
"Poverina", penso, sarà mezza matta. Quasi la assolvo perchè dove vivo è poco meno di un peccato mortale rimanere incolonnati. E poi è avanti con gli anni, forse gli è morto il marito, magari vive da sola, anche se guardandola è probabile che sia rimasta zitella, forse ha fretta perchè deve andare in bagno, forse...
"Macchenesò! Non è che posso sapere tutto!". "Vabbè, vai pure tranquillamente, sorella più grande di Sandra Milo, ego te absolvo".
Sono assorto nei miei pensieri così non mi accorgo che la tardona con la fetecchia vuole continuare a superare e, con una manovra cosiddetta repentina, gergo tipico di quei simpaticoni dei vigili urbani che stilano verbali di incidenti, praticamente scarta a sinistra, senza guardare che a sinistra ci sono io. Mi sfiora, quasi mi tocca, quasi mi butta giù. Quasi. La riaffianco.
"Gentilmente, ma come caz... guidi, tardona? Ma dove caz... corri, rimbambita? Ma stattene a casa a romperti i cog....i, a fare la calza e a guardare il tg quattro, str...a."
Lei mi guarda, continua a mulinare la mani, a gridare, a guardare inferocita, a strombazzare e a tentare di superarmi da destra.
"Mavaffanc... Manco vale la pena". Accelero e la lascio dietro, alzo la visiera del casco per far entrare dell'aria fresca. Scorgo altre macchine che superano gli incolonnamenti. Me ne fotto, voglio andare più tardi in piscina, tutto intero.
Ho visto navi da combattimento in fiamme al largo dei bastioni di Orione. E ho visto i raggi B balenare nel buio vicino alle porte di Tannhauser. E tutti quei momenti andranno perduti nel tempo come lacrime nella pioggia. È tempo di morire...

1 commento:

giardigno65 ha detto...

Nooooooo
E' tempo di tuffi, per rinascere dall'acqua all'aria