venerdì 29 maggio 2009

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Ho una strana sensazione addosso, una sorta di ansia, come se mi mancasse qualcosa. A dire il vero delle sensazioni simili, un paio, le provo ormai da parecchie decadi, ma a quelle sono abituato, so a che sono dovute, conosco l'origine o le cause, addirittura conoscerei le soluzioni per cancellarle, anche se forse non le adotterò mai, quasi quasi ne sono affezionato. Quest'ultima invece non me la so spiegare, o forse si, boh!
E' come se esistesse in sottofondo un lieve rumore, costante, che aumenta ogni volta in cui mi trovo in completo relax, in realtà non sempre, giusto qualche volta. Però compare all'improvviso e mi disturba parecchio, sento nelle orecchie il battito del cuore, il sangue che scorre dentro le vene, la temperatura che aumenta fino a farmi imperlare la fronte di sudore, un pugno sullo stomaco che mi blocca il respiro, dura qualche secondo e poi scompare.
Diciamo che mi sento come se minacciassero Beyonce di tagliarle i capelli, come se impedissero a Bill Gates di collegarsi in rete, come se vietassero a Silvio di prendere il Viagra, come se imponessero ad Emilio di non usare più la lingua, una sorta di paura inspiegabile, stupida, immotivata. Fortunatamente dura poco, però mi stanca, mi spossa.
Il tempo che scorre, mio fedele alleato da una vita, diventa quasi un nemico, mi sfugge, è come se lo perdessi, il tempo.
Ormai mi sono abituato a sentire le menzogne, le mezze verità, le dissonanze che fantastico siano simili alle mie verità, addirittura ne sento il bisogno, sono disilluso ma nello stesso tempo mi illudo, tipo quelle persone che pensano di risolvere i loro problemi economici giocando al superenalotto, sanno che non accadrà mai di vincere delle grosse cifre ma intanto progettano in grande la realizzazione dei propri sogni.
Invece la soluzione in questi casi sarebbe una sola: decidere di smettere di giocare, non spendere più un soldo e risparmiare, fino ad avere un gruzzolo che permetterebbe un acquisto minimo ma possibile.
Già, come se fosse semplice, e infatti non lo è, la tentazione di puntare al jackpot rimane altissima, il desiderio è forte, così si continua a giocare, non fosse altro che per la paura di vedersi uscire la sestina fortunata giusto quando non si è giocata la schedina.
Riflettendoci ce ne sarebbe un'altra di soluzione, una sorta di scorciatoia: trovare un altro chiodo, giusto il tempo necessario. Però sarebbe poco onorevole, anzi di meno.
Partecipare ad una festa, gli invitati sono Dulbecco, la Hack, la Montalcini e la Lecciso, sarebbe più facile ascoltare e capire quest'ultima che parla delle sue cose snobbando gli altri, ecco come mi sentirei. Non mi interessa, sono un testone.

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