
Causa forte astinenza oggi ho la necessita di scrivere qualche riga in più.
Riflettevo circa il fatto che anche quest'anno sono riuscito a non affittare per l'intera stagione estiva una cabina presso uno stabilimento balneare para cral, me lo avevano proposto ma io ho resistito, non ho ceduto. La motivazione è semplice: rivedere le stesse facce che incontri in ufficio, con l'aggravante delle panze e dei culi nudi non mi attizza minimamente.
In ogni caso, essendo un forte "utilizzatore finale" del mare, sia esso in spiaggia o sugli scogli oppure in barchetta, mi trovo agevolato in quanto a residenza e anche per quanto riguarda le condizioni metereologiche.
A dire il vero ogni tanto capita la stagione storta, quella che ti deve rovinare le ferie, e dalle avvisaglie credo sia questa in corso, perchè con quella di sabato passato è la terza volta che vado al mare e, puntualmente, è la terza volta che quasi scappo via perchè inizia a piovere.
Comunque oggi mi consolo, è lunedì e il maltempo continua. Non se ne poteva più, sole sahariano e caldo asfissiante durante tutta la settimana e poi invece ogni santo sabato e ogni santissima domenica tuoni, fulmini e acqua a catinelle. Almeno viaggio fresco.
Veniamo al sabato appena passato. Infrango una delle regole d'oro del perfetto possessore di casetta a mare: "E' vietato andare in spiaggia di sabato, di domenica ed in generale di festivo e prefestivo".
Invece, nonostante c'era un cielo annuvolato grigio tendente al nero, mi affaccio e noto il mare calmo e l'assenza di vento. Sono ancora bianco di colorito come uno scandinavo in inverno, devo provvedere, quindi scendo, o meglio scendiamo con calma, decidiamo di farci un pò di male gratuitamente prendendo la macchinina e ci avviamo al posteggio della spiaggia, lontano poco meno di un paio di chilometri da casa.
Solito caos da giorno prefestivo, traffico impazzito sul lungomare per via dei posteggi a striscette blu sempre pieni e delle macchine in doppia e tripla fila. Mentre proseguo osservo i guidatori, all'interno delle loro auto, che sostano disinvoltamente accanto alla fila delle auto parcheggiate, in attesa di trovare posto proprio vicino a dove presumibilmente faranno il bagno. Potrebbero dirigersi al posteggio grande in fondo alla strada e risolvere tutto in pochi minuti, invece si ostinano ad aspettare perchè pensano con orrore ai pochi metri da fare a piedi che li separano dalla loro teglia di pasta al forno.
Sembrano bradipi: sportello aperto, abbattuti sul sedile, canottiera sgargiante, sudore copioso, audio dell'autoradio a volume sostenuto, movimenti lentissimi, sguardo perso nel vuoto e bocca aperta con sigaretta attaccata al labbro superiore.
Dopo parecchi interminabili minuti superiamo lo sbarramento di auto e posteggiamo. I lidi attrezzati sono super affollati, ma noi ci dirigiamo come sempre verso le poche spiagge libere di misura extra strong incastonate tra le fila di cabine.
A destra e a sinistra, nonostante ci siamo tante persone, ognuno ha il suo spazio, il suo ombrellone, la sua sdraio. Nella nostra spiaggia libera invece è come se si fossero infrante le più comuni leggi della fisica, tipo quelle della impenetrabilità dei corpi.
Infatti, composto da tanti ombrelloni fusi tra di loro, un unico ombrellone copre la spiaggia, la sabbia a sua volta è coperta da un tappeto di teli e asciugamani e tovaglie tanto da non sporcarti di sabbia stessa una volta che esci dall'acqua. La maggior parte delle persone è in piedi a boccheggiare, con le mani distese lungo i fianchi per lo spazio assente, il caldo è infernale, l'umidità pazzesca.
Il bagnasciuga pullula di bambini e adulti che giocano a pallone, tamburello, pallavolo, basket, flipper, automobilismo e sci di fondo, praticamente un passante rischia la vita. I primi venti metri di mare sembrano risaie, con persone al posto delle piante, passare avanti è arduo.
Fortunatamente dura poco, circa mezz'ora. Poi inizia a piovere. La gente è presa dal panico, scappa via afferrando in fretta borse e borsoni, sedie ed ombrelloni, magliette teli e parei, anche quella appena uscita dal mare e quindi bagnata. Eppure scendono gocce d'acqua, non lapilli, boh!
Nel giro di pochi minuti la spiaggia si libera quasi completamente. Rimango seduto sotto l'ombrellone a leggere il giornale, il cucciolo è in acqua che si diverte con la mamma che cerca di farlo uscire.
Piove, il tempo fa schifo, ma non mi lamento, anzì. Mi guardo intorno e sembra di stare nella stessa spiaggia qualche lustro fa, nemmeno tanti, quando tutto era più tranquillo, lento, vivibile.
Passano dieci minuti, continua a piovigginare. Raccogliamo le nostre cose e, con calma, ci dirigiamo verso casa. Appena arrivati in macchina rispunta il sole. Mah! Siamo in Thailandia o in Scozia? Ormai non esistono più le mezze stagioni, signora. I ghiacciai si stanno sciogliendo, la corrente del golfo si è invertita, le foreste si assottigliano ed i lidi a pagamento crescono.
Credo sia da riconsiderare la visione di qualche culo cadente e qualche panza abbronzata di cui al momento conosco solo la faccia e la qualifica.
1 commento:
resisti !!!
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