giovedì 11 novembre 2010

Novembre


...E siccome sono in fiduciosa attesa che il 25 aprile arrivi, e arrivi presto, stamattina mi sono chiesto quale era il plurale di entusiasta, poichè spero nel mio intimo che non sia solo io a festeggiare l'avvento. Mi sono risposto che al singolare la parola ha un'unica forma, al plurale dipende dal genere. Quindi spero siano in tanti gli entusiasti e le entusiaste, al limite, per non sbagliare, spero siano in tanti e tante ad avere una qualche forma di entusiasmo.
Per la verità stamattina, tra una lite e l'altra nel traffico, mi sono interrogato pure su come aumentare lo stesso traffico che transita dal blog; ero fermo al semaforo, ipnotizzato fissando il rosso fisso, poi al virare del colore in verde l'illuminazione: "potrei cambiare genere al blog!".
Sgommo via ipotizzando una lista di argomenti possibili che circolano su internet dando parecchie soddisfazioni: il bunga bunga, l'effetto Bocchino, Ruby rubacuori, Nadia e Perla, Mora e Fido, l'utilizzatore finale, l'igienista (m)dentale, la scopa e la briscola,la culinaria...
"Siii, la culinaria, non quella attualissima pratica di dar aria alle terga ma più semplicemente l'arte della cucina, argomento frequentatissimo da esperti, simpatizzanti, amatori, single, sposati, separati, golosi, affamati e non".
Trovato l'argomento non mi restava che riempirlo di contenuti e qui sorgeva un piccolo problema: "Per parlare e scrivere di cucina bisogna saper cucinare?".
Come dice il saggio: "Qui casca l'asino!". In teoria so cucinare, ma solo in teoria. Ho letto parecchi libri di ricette per curiosità, in verità li sfogliavo soffermandomi più sulle foto delle prelibatezze che sui testi. Nella pratica tutte le volte che ho provato a cucinare è stato come affidare ad Hannibal Lecter la conduzione di un corso di cucina per vegetariani, con tutte le conseguenze del caso.
In più non potevo fare il furbo attuando la politica del copia-incolla da altri siti o blog, neppure potevo pubblicare la ricetta degli spaghetti al burro o conditi con la scatoletta del ragù pronto, dovevo escogitare delle ricette nuove, inedite ed originali, se fosse possibile anche commestibili.
Scavando tra i ricordi rammentai di un campeggio in quel di Favignana, eravamo agli inizi degli anni ottanta o giù di lì, appena maggiorenne e felice possessore di una Fiat 127 blu ad olio, nel senso che ne consumava più della benzina al chilometro.
Eravamo in quattro: io, Maurizio, Mario e Pollicino. Fu una bella esperienza perchè conoscemmo e frequentammo tante persone, soprattutto mi ricordo di tre tizie romane che praticavano il topless, all'epoca era come frequentare maggiorenni oggi, una depravazione.
Ritornando all'argomento culinario, dato che i soldi erano un optional ed i ristoranti una chimera (non esistevano ancora i fast food), ci arrangiammo a cucinare col fornelletto da campeggio utilizzando le riserve alimentari trafugate da casa prima di partire.
Sul finire di quelle due settimane di vacanza i viveri scarseggiavano ma non l'appetito. Di pasta ce n'era ancora, mancava il condimento, e siccome è verissimo che la fame acuisce l'ingegno ecco quindi di seguito la ricetta sperimentata sul campo.
Ingredienti:
1 kg di pasta sfusa di varie tipologie (pennette, rigatoni, maccheroni, etc.);
sale q.b.;
un pacchetto di patatine Pai.
Preparazione:
cuocere la pasta (al dente o scotta non importa, dipende dal gas rimasto nella bomboletta);
aggiungere pochissimo sale;
quando la pasta è pronta oppure quando è finito il gas scolarla utilizzando un asciugamani possibilmente pulito;
a parte sminuzzare in una scatola di cartone il contenuto della busta di patatine Pai in minuscoli pezzetti;
condire la pasta direttamente in pentola con le patatine sminuzzate e sbatacchiare il tutto per un pò;
Servire in piatti rigorosamente di plastica.
Non mi resta altro da aggiungere che: "Buon appetito!".

4 commenti:

MT ha detto...

Se ti legge mio figlio, sicuramente si fa la pastapai alla prima merenda utile. Sperimenta sempre delle nefandezze in cucina quando io sono al lavoro.
Ti farò sapere.
Se va bene la proponiamo a mensa.
Buon novembre, MT

Elena ha detto...

Complimenti, una ricetta originale. Immagino che abbiate avuto il coraggio pure di mangiarla. Adesso non penso che ci riusciresti. Mi hai ricordato che una volta in campeggio abbiamo cotto la pasta con l'acqua salmastra, uno schifo indicibile. Anche noi la mangiammo, nonostante le proteste di qualcuno. Voi eravate pischelli, noi no: ti parlo di circa 8 anni fa! E' che non c'era niente altro. Mi hai fatto divertire. Sei portato per la cucina. Aspettiamo altre prelibatezze: illuminaci!

amanda ha detto...

ora non pensare che sono tornata su questi lidi grazie alla terrifica ricetta, giura che non lo farai, è un ordine!

giardigno65 ha detto...

buon Novembre anche a te giovane condor ...