martedì 7 dicembre 2010

Dicembre


...E così sta arrivando di nuovo Natale, chiaramente di sabato, per togliermi un altro giorno di ferie. E qui mi incazzo: sicuramente si tratterà di un complotto ordito ai miei danni dal Vaticano in primis, poi dai soliti comunisti, dalla Cia e da Spongebob. Ma non ci riusciranno, non mi toglieranno le solite due settimane di ferie e di riposo che di norma prendo a cavallo delle festività. Senza contare lo stress del 14, giorno in cui si voterà la fiducia in condominio per confermarmi amministratore, carica dalla quale non ho nessuna intenzione di dimettermi.
Sono certo di avere la maggioranza, ci mancherebbe, nessuno è in grado di sostituirmi. In ogni caso ho regalato un abbonamento a "Donna moderna" alla vecchietta di novant'anni del piano di sotto e promesso un altro posto macchina al geometra in pensione del piano terra, così voteranno a favore e la fiducia sarà in cassaforte.
E visto che sono una persona educata e non offendo mai nessuno, ho fatto stampare delle locandine da appendere nell'androne con le foto di tutti quelli che mi voteranno contro, con il loro numero della cassetta postale, invitando gli altri a mandargli bigliettini di dileggio; Eja, Eja, Eja, Alalà!
Intanto sono particolarmente impaziente, smanioso, irrequieto e insofferente, non vedo l'ora di entrare in ferie per svegliarmi tardi e stare a casa tutto il giorno in panciolle, ciabattato, barba lunga e armato di tre telecomandi, a fumare, bere schifezze e sgranocchiare Cipster davanti la tv mentre danno partite di calcio e films di Tarantino in continuazione, e la notte partitazze a poker... Puff!
Ma quando mai! Mi sa che mangiando ieri messicano stanotte ho avuto gli incubi. La realtà è che sarà un Natale più intimo e familiare dei precedenti per scelta e per necessità, ma di riposare quest'anno ho l'impressione che non se ne parla proprio. Anzi!
Come al solito poi mi sono intrippato col diorama-presepe di cartapesta, 88x88 di dimensione, riuscendo a dedicare alla sua costruzione in totale un paio d'ore, spezzettate in sei tranches, sorbendomi tra le altre cose (a parte i soliti: "Chi te lo fa fare?", "Quanti soldi hai speso?", "Secondo me era meglio fare così!", "Sei incapace, vanitoso e inefficace come leader, direi catacombale!") diverse puntate di Art attack, con Mucciaccia che dissertava sulla colla vinilica e, pasticciando pasticciando, ho scoperto delle cose meravigliose che si possono fare con la medesima colla.
Elenco delle cose meravigliose che si possono fare con la colla vinilica:
mischiarla all'acqua e notare che assomiglia al latte;
Sniffarla, fa un odore fantastico;
costruirci un presepe di cartapesta;
costruirci un salvadanaio a forma di dinosauro;
costruirci un porta penne e colorarlo con gli acrilici;
spendere 60 euro in colori acrilici:
pasticciarci con le mani ed aspettare che indurisca un pò;
incollarsi le dita e fare forza per staccarle;
Incollarci i mattoncini lego del cuccioletto, per vedere l'effetto che fa;
sporcare il parquet della stanza;
pulire il parquet della stanza;
sporcarsi i vestiti, soprattutto quelli appena indossati;
meravigliarsi per quanto realistico stia venendo il presepe 88x88.
Guardare l'espressione dei cuccioli che lo guardano: non ha prezzo!
Dopodichè concludo scrivendo di quanto sia stimolante arrivare ogni mattina in ufficio e sentirsi nuovamente palermitano a Palermo. Prima ci eravamo parecchio imborghesiti e settentrionalizzati: la "s" sibilante, la "c" dolce, la "r" arrotolata, le vocali chiuse. Fortunatamente invece è arrivato del personale nuovo a tempo determinato che ha ristabilito la bellezza e la musicalità della parlata indigena utilizzando tra l'altro la cosiddetta "dittongazione della vocale tonica" (versione dotta, prestatami da una collega per esporre ciò che noi a Bolzano manifestiamo con un: "talè chee tasciuuu!").
That's all, folks! Ops: Buon Natale a tutti, scappo che devo completare la raccolta punti Wikileaks!!

1 commento:

Mafaldanellarete ha detto...

beh che dire, complimenti per la scelta dell'immagine.
Buon anno Giocondor.
Sono contenta di vedere che non ti sei estinto.
Io quasi.