giovedì 19 giugno 2014

L'uso intelligente delle corsie d'emergenza ed altre amenità del genere sul traffico della circonvallazione (riservato ai palermitani)

Percorrere senza autorizzazione la corsia di emergenza della circonvallazione di Palermo non è sinonimo di maleducazione ma una legittima ricerca della propria libertà, negata con violenza da una abominevole striscia gialla continua, disegnata sull'asfalto con palese ingiustizia da sconosciuti aguzzini, il tutto ordito da mandanti misteriosi il cui unico scopo è soggiogare il cittadino automobilista panormita alle loro stupide regole. Apprenderlo è stata un'illuminazione, pari come intensità solo al giorno in cui ho scoperto della venuta degli Anunnaki sulla terra ed alle loro manipolazioni genetiche della razza umana.
Prima di questa rivelazione credevo, sbagliando ma mi concedo la buonafede, che rimanere ordinatamente incolonnato nel traffico fosse un dovere civico-etico-morale-spirituale, non una castrante costrizione volta ad infliggere pene dolorose dell'anima di chi si vede sfilare a destra da autobus, taxi, forze dell'ordine e perfino delle ambulanze a sirena spiegata col moribondo a bordo.
E non c'entra niente neanche la fretta, in fondo quei pochi minuti guadagnati non risolvono un bel nulla, si perderanno per sempre come lacrime in un giorno di pioggia acida, cazzeggiando una volta arrivati a destinazione.
La ricerca della propria libertà si materializza quindi affrancandosi, come novelli Che Guevara, dagli assurdi diktat ai quali perfino i mandanti misteriosi non danno troppa importanza, si evince dalla mancanza totale di controlli. Inoltre, ergersi a novelli Masaniello per gridare in faccia ai sottomessi: "Ribellatevi, io ho il coraggio di farlo!" non ha prezzo, altrimenti chi si ritiene furbo rischia di passare per fesso, e per chi vive a Palermo tutto ciò non è consentito.
Questo è quello che, più o meno, alla mia domanda: "Perchè ogni mattina regolarmente invadi la corsia di emergenza della circonvallazione?", mi ha confidato l'altro giorno una persona che incontro quotidianamente lungo l'interminabile arteria cittadina, che percorro in macchina per recarmi al lavoro.
Purtroppo per me io sono un fesso, un pavido; non riesco ad infrangere questa stupida regola, sopporto in religiosa attesa attaccato al paraurti di chi mi precede, l'unica licenza che mi concedo, ma capita di rado, è sonnecchiare un pò la mattina presto, svegliato subito dai clacson di chi mi segue appena lascio uno spazio superiore ai trenta centimetri. Alla lunga ci si fa pure l'abitudine.
Poi capita, almeno una volta l'anno, che mi regalo un viaggio in continente, imbarco l'automobile sulla nave o la noleggio a destinazione se prendo l'aereo. E qui mi confondo, mi prende l'ansia, tremo e sudo freddo perchè mi trovo immerso fra gente fessa e pavida come me: tutti stranamente rispettano i limiti di velocità, i segnali stradali (stop compresi), si fermano al rosso dei semafori, non invadono le corsie di emergenza, non ti superano da destra. La stranezza salta subito all'occhio: sono tutti più rilassati e spesso non si formano lunghe code. Sarà forse perchè massimo ogni cento metri ci sono dei vigili urbani in strada, comandati da mandanti misteriosi del luogo, che vigilano ed eventualmente sanzionano i trasgressori?
Fatevi furbi, autisti continentali! Non date la precedenza ad un fesso qualunque, passate col giallo e col rosso senza rallentare, invadete tutti gli spazi disponibili (anche i marciapiedi), posteggiate dove capita soprattutto in terza fila ed in prossimità di curve e passi carrabili, provate l'ebbrezza di superare costantemente i limiti di velocita!
Finalmente anche voi sarete liberi, furbi e rivoluzionari. Credetemi, prima o poi si stancheranno di appiopparvi multe ingiuste e vivrete felici e contenti.
P.S.: Portatevi appresso CD musicali o eventualmente libri di facile lettura e magari qualche ansiolitico, insomma organizzatevi, vivrete una fantastica ed unica esperienza, fatta di lunghe ore di attesa, causa traffico.

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